IN PLATEA CON… “HIPSTERGROOVE”

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Hipstergroove è un progetto musicale che nasce nel 2017/18 in Puglia (IT).

Tre musicisti che si divertono con professionalità e competenza, che non pensano alle mode, a quello che potrebbe andare musicalmente. Compongono in libertà, si mettono allo strumento e suonano. Così nascono i loro progetti- Jammando – creando una sintonia che gli permette di scegliere quello che gli piace di più e registrarlo. Danno espressione alla loro anima musicale.

Oggi vi presentiamo il loro singolo “SMOKY” e i futuri progetti, con me al telefono Emanuele Del Carmine componente del gruppo.

J: Buon pomeriggio Emanuele

E: Ciao Jennifer

J: Chi sono gli Hipstergroove? E perché la scelta di questo nome?

E: Il gruppo nasce dall’unione di Gianni La Terza alle chitarre – Giuseppe Sangiorgio alla batteria e da me al pianoforte e synth. Siamo un gruppo strumentale di 3 elementi, siamo 3 amici che amano la musica e hanno voglia di fare qualcosa di alternativo, da questo nasce il nostro nome – Hipester significa alternativo, non vogliamo ricadere in generi già ascoltati, vogliamo creare qualcosa di personale, uscire fuori dagli schemi, dare vita alle nostre idee trasmettendo attraverso la musica le nostre emozioni.

Già il fatto di non utilizzare un cantante è già alternativo, soltanto in qualche brano c’è qualcosa di cantato ma il 90% del progetto è solo strumentale – batteria, suoni elettronici, chitarra e tastiere.

J: A febbraio è uscito un vostro singolo: “Smoky” – creato, ideato e sviluppato in piena pandemia. Come vi siete organizzati per dar vita a questo singolo?

E: Avevamo già una bozza, un’idea a cui avevamo lavorato un po’ di tempo fa, poi abbiamo sfruttato questo momento per unire le nostre idee, ci siamo incontrati su zoom, ci siamo confrontati e ci siamo dati dei compiti. Abbiamo registrato ognuno nel proprio studio, non è il massimo lavorare cosi, anche perché non ci rappresenta, ma non ci siamo voluti fermare e siamo riusciti ad ottenere ciò che volevamo, ci abbiamo messo un po’ più di tempo ma ci siamo riusciti.

È stato ed è un periodo in cui subentra tanta volontà, la voglia di riscatto – perché se ci lasciamo andare in un momento come quello che stiamo vivendo è la fine. Il mondo della musica sta attraversando una situazione durissima, tante sono le battaglie che si stanno facendo, ma io penso che la vera battaglia è quella di continuare a suonare, creare e farci trovare pronti quando finalmente tutto ripartirà.

J: Smoky contiene delle collaborazioni, come sono nate?

E: Sono presenti i featuring di musicisti del calibro di Matteo Carlini al basso e di Mario Rosini al pianoforte e Synth. Mario Rosini è un amico da sempre, avendo grande esperienza ci ha sempre consigliato e per noi è stato un piacere quando ha accettato di fare un solo su “Smoky”. Poi, per il brano avevamo pensato ad una sezione fiati e abbiamo pensato a Donny Balice (alla tromba), Davide D’ Onofrio al sax e Michele Ciavarella alle percussioni. È nato tutto da un’amicizia.

J: State lavorando ad un nuovo progetto?

E: Come ti dicevo prima, noi non ci fermiamo. Stiamo per registrare un album di 12 brani, 10 inediti e 2 cover. Non stiamo avendo fretta su questo progetto, in quanto vogliamo fare uscire un album fisico e non uscire in digitale. È giusto dare importanza al lavoro che si fa, avere qualcosa di concreto e questo progetto merita un vinile.

J: Qualcuno tempo fa avrebbe detto: “la domanda nasce spontanea” – quali sono i pro e i contro del mercato digitale?

E: Il digitale ti dà l’opportunità di ascoltare la musica dove vuoi e quando vuoi, la cosa negativa è che se non raggiungi 10-20 30 milioni di stream non serve a nulla, parlo del lato guadagno, il digitale ha distrutto il mercato musicale. La cosa positiva è che quando vuoi far uscire un singolo, dà l’opportunità di ascoltare la tua musica a tutti, di conoscerti. Io credo di più nell’uscita del disco fisico, a parte che permette di controllare il mercato, di conoscere esattamente quante copie sono state vendute, ma “con il Disco tocchi l’artista”.

J: Il pubblico come risponde verso la vostra musica?

E: Chi ci ha ascolta ci dice che siamo i “Dirty Loops” italiani, abbiamo voluto un po’ prendere spunto da loro, non tanto dal genere ma dal loro modo di concepire e creare la musica. Ci mettiamo allo strumento e suoniamo, creiamo i nostri progetti senza utilizzare accordi – fogli- schemi, lasciamo comunicare i nostri strumenti tra di loro e poi quello che ci piace lo registriamo. La nostra musica è l’unione tra musicisti che si divertono a creare.

Non ci resta che guardare questa unione, ascoltare questa libertà che solo la musica sa regalare. Grazie Emanuele, Grazie Hipstergroove.

https://www.instagram.com/hipstergrooveofficial/

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