IN PLATEA CON… “MAESTRO PELLEGRINI”

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Un progetto discografico dal nome “Fragile” che ha dato vita a canzoni di grande Forza.

Dedicare la vita alla musica quasi sempre comporta un confronto con se stessi e porta la voglia di raccontarsi. Questo è accaduto a Francesco Pellegrini, in arte Maestro Pellegrini, che dopo tanti racconti in musica, ha deciso di raccogliere i suoi pensieri scritti negli anni e aprirsi ancor di più al pubblico, elaborando un progetto discografico da Cantautore.

Maestro Pellegrini ha inciso e collaborato con diversi artisti quali: Enrico Gabrielli, Dardust, Bobo Rondelli, Motta, Il Pan del Diavolo; ha suonato con Nada; ha registrato ed accompagnato dal vivo Andrea Appino (Zen Circus) per il suo secondo disco “Grande Raccordo Animale”, ancora oggi suona con gli Zen Circus.

Inizia la sua carriera con i Criminal Jokers insieme a Francesco Motta ed è da qui che nasce il suo progetto discografico, da un’amicizia lunga una vita per poi proseguire verso tutte quelle emozioni vissute nel tempo.

Incuriosita da questo Album d’Esordio non mi resta che far squillare il telefono, a rispondermi c’è: “MAESTRO PELLEGRINI”

Jennifer: Buon Pomeriggio Francesco

Maestro Pellegrini: Ciao, Buon Pomeriggio.

J: Come stai?

MP: Abbastanza bene, ho voglia di suonare dal vivo, a parte questo va tutto bene.

J: Vorrei iniziare quest’intervista partendo dall’ultimo singolo uscito il 18 dicembre, “Francesco”, che vede la collaborazione di Motta.

Facciamo finta di partire a ritroso ma in realtà partiamo da dove tutto è cominciato.

“Francesco” completa l’album ma in realtà ha dato inizio a questo progetto, Com’è nato tutto? Com’è nata questa canzone?

MP: Ho scritto tutto l’album piano e voce nell’arco di un anno, tutto è avvenuto a Livorno in una casa che avevo preso in affitto, il proprietario era Paolo Virzì e all’interno aveva lasciato un piano forte, così ho cominciato a sentire l’esigenza di raccontare qualcosa di mio. Negli ultimi anni ho scelto sempre la musica per esprimermi, lavorando per gli altri ho sempre messo del mio nella musica ma mai nei testi. Avevo un sacco di quaderni pieni di parole, chiusi in un cassetto, ho deciso di aprirlo e raccontare la mia storia.

Il capitolo con Francesco Motta è un capitolo fondamentale della mia vita personale e professionale. Quando scrissi questo testo ci fu subito un confronto con lui a Roma e quando tornai a Livorno scrissi subito l’armonia e nacque il brano.

Francesco” è un punto di snodo, è un brano di frontiera che ha sancito il passaggio da un momento personale artistico, nel quale ho scelto di non espormi a quello che mi ha fatto cambiare idea, facendomi rendere conto di quanto fosse fondamentale per me mettere in prima linea le mie emozioni e raccontarle al pubblico.

J: Si percepisce dall’ascolto dell’album che è un percorso personale, un racconto biografico che comprende tante emozioni vissute: rapporti d’amicizia, rapporti familiari, rapporti sentimentali, un racconto musicale fatto di affetto in tutte le sue sfaccettature.

MP: Certo, sicuramente, quando si scrive una canzone si sente il bisogno di raccontare qualcosa d’importante e questo non può escludere gli affetti, a prescindere se sia un affetto bello o meno.

Ci ho messo tanto amore in questo disco.

J:Si sente l’amore che hai messo nel realizzare l’album e dalla copertina si nota una profonda ricerca e voglia di comunicare il messaggio della tua musica. Ci racconti il significato della copertina? E perché “FRAGILE”.

MP: Innanzitutto il titolo del disco è un elemento nato all’inizio della scrittura dell’album, lo avevo ben chiaro. La parola “Fragile” racconta un po’ me, la mia personalità soprattutto in quel momento, sono sempre stato una persona che si è sempre fatto forza partendo dalle proprie paure e fragilità.

Sono figlio d’arte, nella mia famiglia da generazioni ci occupiamo di musica, per quanto sia bellissimo, pensa a quanto può essere complicato per un adolescente, che ha una passione enorme, confrontarsi con persone molto vicine. Per emanciparmi ho cercato di partire da un campo che era totalmente diverso, ho scelto il rock che è l’ambiente dove non avrei incontrato nessuno dei miei parenti.

Faccio questo lavoro da 10 anni, mi sono buttato a capofitto in quello in cui credevo, ho avuto tanta paura ma poi mi sono reso conto che quando c’è la consapevolezza che queste paure esistono in qualche modo si riesce ad andare avanti, se non si vedono si rischia di essere colti di sorpresa e non saperle affrontare. Ho cercato di frugare dentro di me e ho trovato tanta fragilità, che penso sia anche una caratteristica dell’essere umano in generale e ce ne siamo accorti anche in questo periodo. Nell’album ci sono dei brani che cercano di ricostruire una collettività che in qualche modo crede in qualcosa che non è proprio la normalità, racconto anche di chi ha fatto una scelta di vita diversa, per esempio quella dei musicisti, c’è tanto sui musicisti nel mio disco.

Il disegno della copertina è di Michele Stagni, un’artista Livornese. Alla realizzazione dell’idea ho partecipato personalmente con la collaborazione di altre persone.

Ci sono io e c’è un animale inventato, che nomino anche alla canzone “boxe”.

Nel disegno io rappresento il mondo reale, in bianco e nero, poi c’è un ombra che esce da dentro di me, quell’ombra piano piano si trasforma nell’animale che rappresenta il mio mondo interiore, il mondo della fantasia che fa scoprire lati di stessi che non si conoscono o che dimentichiamo, quel lato che la coscienza tiene a bada perché ha bisogno di razionalità per sopravvivere.

J: L’ uscita dell’album è stata rinviata a causa della pandemia, quindi poi la scelta di realizzare un ascolto digitale in due volumi. Come mai questa scelta?

MP: L’album doveva uscire a maggio, avrei dovuto fare il tour estivo, ma non è stato possibile, quindi ho scelto comunque di far sentire le canzoni. Un motivo iniziale è stato mettere a disposizione della collettività quello che avevo a disposizione, condividere le mie canzoni in un momento di difficoltà e poi perché ho cercato di rispettare una tabella temporale, una canzone scritta oggi non può uscire dopo molto tempo, cosi a luglio è uscito il primo Ep Fragile vol. 1 ( Siamo noi- Semplice con Lodo Guenzi- Boxe- Cent’anni con Giorgio Canali e Andrea Appino) ed il secondo è uscito a settembre, Fragile vol.2( A volte ti capisco –Inattaccabile- Ci dovranno legare- Smettere). Finalmente adesso l’album è uscito in formato fisico e comprende anche l’ultimo singolo “Francesco”.

J: C’è stato un messaggio, un commento che non ti aspettavi?

MP: Mi sono arrivati molti commenti positivi, soprattutto sulla canzone “cent’anni”. Il messaggio più bello che ho percepito è che le mie canzoni sono servite in un momento così difficile, la mia musica ha fatto compagnia.

J: Cosa vuole raccontare la tua musica e quale messaggio vuole trasmettere ai più giovani?

MP: Uno dei messaggi è quello di non aver paura di fare le cose che sentiamo veramente, non bisogna fermarsi difronte a quello che sembra normale che poi normale non è. Se si sente il bisogno di raccontare, di esprimersi bisogna farlo. A 16 anni davo molto sfogo alle mie canzoni, poi ad un certo punto ho pensato che non fosse importante raccontare, per molti anni mi sono fermato e adesso ho ripreso. Sicuramente bisogna rispettarsi di più e non fermarsi davanti alle difficoltà.

J: Rispetto al momento che stiamo vivendo sembra strano parlare di progetti futuri, c’è qualcosa a cui stai lavorando?

MP: Sicuramente a breve uscirà qualcos’altro di mio. Continuo a lavorare, a scrivere, tra l’altro ci sono anche gli impegni con gli ZenCircus che hanno pubblicato un album. Avevo cercato di programmare tutto per non far accavallare le cose e poi invece si sono accavallate a causa di questo momento, quindi in realtà sono molto impegnato. Farò delle date estive e se è possibile suonerò anche in primavera.

Termina così una chiacchierata piacevole con un’artista che ha tanto da dire e trasmettere con la sua musica. Le sue canzoni sono spinte da grande passione e talento.

Maestro Pellegrini non chiudere più quel cassetto”.

Jennifer Iacovino

https://www.plateamagazine.it/francesco-feat-motta-di-maestro-pellegrini.htm

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